Una decina di anni fa, l’artista inglese David Hockney, uno dei più celebri pittori viventi, ha iniziato quasi per gioco, a dipingere con le dita su dispositivi che emettono luce, come l’iPhone e l’iPad, e il risultato è stato di una qualità sorprendente.
L’artista ha voluto sperimentare la capacità che questi strumenti offrono, di dipingere la luce “con” la luce e di mettere in connessione diretta l’arte e le persone. Sullo schermo luminoso Hockney disegna prevalentemente fiori, e in tempi record, ogni mattina si diverte ad inviarli a gruppi di amici e conoscenti dai quali riceve un riscontro immediato; l’aspetto interessante in questo tipo di comunicazione è che non c’è solo il punto di vista dell’artista, ma anche quello di chi riceve il messaggio floreale.
Lo storico dell’arte Tomaso Montanari, ha trovato una certa similitudine tra i moderni “messaggini con fiori” di Hockney e i “disegni omaggio” di Michelangelo e il Bernini fatti in epoca rinascimentale (1), a distanza di tempo, uno strumento tecnologicamente avanzato come l’iPhone può sostituire la tavolozza e la tela per raggiungere lo stesso scopo.
L’arte ci parla della possibilità dell’uomo di esprimersi, di usare lo strumento per comunicare, cioè per “mettere in comune”. Hockey ci fornisce un esempio di come certi strumenti di alienazione e solitudine possono tornare ad essere strumenti di comunicazione.
Riferimenti bibliografici:
Montanari T., David Hockney, restare umani al tempo del tablet, Art. su il venerdì di Repubblica, del 7/12/2018