Docente L.Gomato
Programma
Nell’ottica neurofenomenologica il linguaggio è un’attività complessa che nella nostra specie si è evoluta nel tempo ed affonda le sue radici nel gesto. L’idea che la prima forma di comunicazione sia da rintracciare nel gesto è oggi supportata dagli studi più recenti di paleontologia, delle neuroscienze sui primati e sull’uomo, di psicologia evolutiva sullo sviluppo della gestualità comunicativa nel bambino, e di linguistica sulla grammatica gestuale della lingua dei segni. Scopo della neurofenomenologia per quanto riguarda il linguaggio è quello di studiare, attraverso un’esplorazione sistematica, le sub- strutture del gesto linguistico. Secondo il neurofenomenologo Lamberto Longhi il disturbo afasico è una sindrome più globale che interessa vari livelli di strutturazione del gesto, non solo verbale; egli ha ipotizzato una nuova semeiologia dell’afasia ed ha ideato per la logopedia il protocollo di valutazione “ Il Profilo dell’afasico” ( L.Longhi 1985). Tale “profilo” consente al logopedista di svolgere un’indagine sulle possibilità residue di strutturazione del gesto: mimico, prassico, iconografico e verbale del paziente, in modo da poter fare un bilancio complessivo delle funzioni più e meno compromesse, fare una prognosi sulle possibilità di recupero, definire l’obiettivo terapeutico e scegliere la strategia terapeutica più idonea al conseguimento dell’obiettivo.
Nell’attività di laboratorio saranno integrate le esperienze acquisite con l’approccio neurofenomenologico e l’arteterapia della Gestalt con le nuove conoscenze emerse dalle ricerche della scienza cognitiva “incarnata” o Embodied Cognition sui rapporti esistenti tra percezione estetica, gesto e linguaggio.