Il corpo come mediatore nell’organizzazione percettiva visiva

E’ proprio vero che il vedere è subordinato al pensare e all’esperienza pregressa, o è l’organizzazione percettiva visiva a influenzare il pensiero?

Ci sono delle situazioni studiate dalla psicologia della Gestalt che fanno vedere come ciò che sappiamo per effetto della nostra esperienza passata viene contraddetto dall’esperienza percettiva visiva intuitiva. Possiamo constatare questo fenomeno osservando questa immagine:

pescatore gestalt

L’impressione è che la canna da pesca passi dietro la vela, per il prevalere della continuità cromatica. Il che contrasta non solo con la nostra esperienza, ma anche con il buon senso: quanto dovrebbe essere lunga la canna per poter raggiungere e superare una barca che ad occhio dista 10 metri? E perché la canna ci sembra incurvata dall’alto al basso e non piegata orizzontalmente come un arco gigantesco? La nostra esperienza precedente ci dice solo che quella che vediamo è una “canna da pesca”, il resto lo fa l’organizzazione gestaltica.

Secondo Kanizsa “Ci siamo familiarizzati con le cose che ci circondano proprio perché esse si sono costituite per noi tramite forze di organizzazione percettiva che hanno agito prima e indipendentemente dall’esperienza”, consentendoci in tal modo di sperimentarle”.

Che la nostra dimensione cognitiva, non ci aiuta più di tanto nella percezione visiva intuitiva possiamo constatarlo in forma più macroscopica con la cosiddetta “illusione di Muller-Lyer”. Possiamo ripeterci all’infinito che i due segmenti sono uguali, ma continuiamo a vedere quello in alto come più lungo di quello in basso; questa figura mostra che la consapevolezza concettuale non riesce a determinare sino in fondo il dato percettivo.

muller-lyer

Un altro buon esempio è dato dal “coniglio-papero” di Jastrow, che è il caso di una figura bistabile, cioè dotata di due esiti possibili. Possiamo vedere un papero con il becco rivolto a sinistra, oppure un coniglio con il muso rivolto a destra. Possiamo così, se lo desideriamo, formarci il concetto di “conigliopapero”, un animale che è sia un coniglio, sia un papero. Dal momento che abbiamo questo concetto, dovremmo essere in grado di vedere un “conigliopapero”, invece continuiamo a vedere un coniglio, o un papero.

download

Nell’ottica della psicologia fenomenologica il corpo costituisce il campo primordiale in cui viene a situarsi ogni nostra esperienza e in un certo senso, questo campo primordiale è l’origine dello spazio e della percezione oggettiva, la genesi di ogni dimensione e ogni orientamento. Il nostro corpo o “corpo proprio” non è un semplice strumento della coscienza, ma è un corpo che percepisce e si muove spontaneamente nel mondo, ed è in tale movimento che avviene quel processo di integrazione che costituisce la sua unità strutturale. Da un tale punto di vista la percezione nel suo momento  intuitivo, proprio in funzione della sua organizzazione, ha già in sé un barlume di coscienza.

Lidia Gomato

Kanizsa, Grammatica del vedere, Il Mulino 1980

Ferraris, Logocentrismo: 3 0 4 taglie, Supplementa Centro Internazionale Studi di Estetica: Rudolf Arnheim, Arte e percezione visiva 2005

Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, Il Saggiatore 1980

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