Il modello classico delle scienze cognitive, per il quale il cervello era sostanzialmente un computer, un elaboratore di informazioni provenienti dall’esterno, è oggi in crisi, perché la “macchina” non può rendere conto di problematiche inerenti la corporeità, come il movimento, la percezione in tutte le sue forme, l’unità dell’Io, ecc.
Secondo G. Rizzolatti e molti altri neuroscenziati moderni, per avere una visione del funzionamento del sistema nervoso la scienza ha bisogno di un panorama concettuale ampio, come quello della fenomenologia o della psicanalasi.
Nelle ricerche di Rizzolatti e coll. il movimento risulta sempre più un fattore fondamentale per la costruzione della percezione, compresa quella dello spazio; il sistema motorio sembra garantire un’elaborazione degli stimoli non dall’esterno, come nella concezione classica della psicologia cognitiva, ma dall’interno dell’organismo. L’acquisizione di tali conoscenze porta a un rovesciamento di prospettiva anche negli approcci riabilitativi.