A differenza delle terapie tradizionali che si occupano di analizzare e rieducare i “contenuti” verbali della lingua convenzionale, l’ottica fenomenologica in linea con le più moderne teorie sul linguaggio, cerca di studiare e riabilitare il “gesto” che costruisce i “contenuti” verbali, il suo “farsi” struttura idonea ad ospitare i “significati”.
La “parola come gesto” è la manifestazione di un’attività che ha come sfondo il “corpo”, sia come fatto gesticolatorio, sia come fatto comprensivo e quindi percettivo essa è sempre fondata sull’ organismo vivente. Si è visto che non c’è un ordine psichico che non si basi su quello che è l’organismo, quindi il linguaggio non può più essere considerato un puro fatto mentale, esso è uno dei modi possibili con cui tutto il ”corpo” si manifesta. Siccome non c’è un momento nell’esistenza del ”corpo” in cui non è in ”relazione con il Mondo”, il metodo fenomenologico esclude per principio tutto ciò che non è “relazione con l’altro”; tutta l’attività psico-neurologica quindi, è vista come la manifestazione della “relazione con l’altro”. L’interpretazione del “fatto” afasico allora cambia, , in ogni momento dell’esperienza afasica ciò che conta è la possibilità di strutturazione del “messaggio” verbale e non-verbale, nella relazione tra il soggetto parlante e il suo interlocutore; i “contenuti” verbali vengono tralasciati perché essi rappresentano il risultato finale del processo di sviluppo della “parola”, dei “gesti” finiti, ormai conclusi, sui quali non è più possibile intervenire per il recupero. L’analisi e la logopedia olistica antropo-fenomenologica svolgono un’indagine ad ampio spettro sui “gesti” ancora possibili nei malati afasici, per cogliere quegli aspetti qualitativi della comunicazione che vanno anche oltre la parola, che ci aiutano a comprendere le sostanziali diversità tra un soggetto e l’altro e a metterle a frutto nella logoterapia.
Queste due persone “afasiche” possono esprimersi discretamente nel linguaggio spontaneo,
ma manifestano due possibilità diverse di comunicazione su un’argomento “specifico” come quello di descrivere ad esempio, la “propria casa”.
L. in varie fasi riesce a disegnare e a parlare della propria casa
C. non riesce né a disegnare, né a parlare della propria casa, vista dal di fuori e dal di dentro